Il vallone di Chargès
Réallon

Il vallone di Chargès

Colle
Fauna
Pastoralismo
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In primavera, il vallone fiorito si orna di tutti i colori. Porta al colle della Règue, che significa in dialetto, « gregge ».

La parte inferiore dei versanti, di colore verde, spicca sul grigio-marrone dell’alto delle cime. La freschezza dell’erba accentua l’austerità della roccia, a volte ancora spolverata di neve. Per quanto riguarda il torrente, anima l’incavo del vallone in cui non è raro incontrare una mucca che vi si sta abbeverando.


7 I patrimoni da scoprire

  • Fauna

    Picchio nero

    Questo strano uccello nero dal casco rosso e dal lungo becco chiaro è il picchio più grande delle Alpi. È difficile da osservare perché è molto solitario e sfiducioso. Per`, grazie ai numerosi indizi che rivelano la sua presenza, è possibile identificare il suo canto e le sue grida tipici e sonori. Tambureggia senza tregua per difendere il suo territorio o per trovare degli scoliti o delle formiche carpentieri.
  • Fauna

    Cincia dalla coda lunga

    È facile riconoscere questa cincia grazie alla sua pallina di piume tinteggiate di bianco, nero, marrone e rosa, prolungata da una coda molto lunga. Poco selettiva, si adatta a diversi ambienti forestali purché siano densi. Anche se è più comune in pianura, è tuttavia presente anche in montagna fino a quota 2000 nelle Alpi. Al contrario delle altre cencie, la cencia dalla coda lunga annida in un nido sferico ed elastico che ingrandisce man mano che i piccoli crescono.
  • Fauna

    Zigolo pazzo

    Lo zigolo pazzo è una specie piuttosto montanara e meridionale. Nella brutta stagione, migra verso le valli o le pianure. In primavera, dall’alto di un cespuglio, il maschio lancia il suo grido piacevole ma poco sonoro e difficile da notare. Se si è discreti e attenti, è possibile a volte sentire i suoi « tsip » acuti e brevi.
  • Fauna

    Tichodroma muraria

    Discretamente aggrappata ad una parete grazie alle sue lunghe dita provviste di unghie, la tichodroma muraria prospetta, alla ricerca di insetti e ragni che il suo lungo becco fine e ricurvo le permette di sloggiare. Unica rappresentante della famiglia dei « tichodromadidés », « l’arrampicatore di muri » è infeudato alle pareti verticali di montagna in cui trova vitto e alloggio. Specie poco timorosa, emblematica delle regioni di montagna, la tichodroma muraria si avvicina talvolta ai paesi in inverno.
  • Fauna

    Circaète Jean-le-Blanc

    Non appena la primavera è di ritorno, risuonano da sopra il campanile delle grida acute. Bisogna alzare gli occhi per ammirare due grandi uccelli che volano insieme, alternando voltigia e surplace nel cielo, come due aquiloni argentati che giocherebbero col vento. La loro sagoma chiara, tozza e la loro testa più scura permettono di identificarlo. Si nutre principalmente di rettili (lucertola e serpente) che cattura dalla testa, che può rigurgitare poi al pulcino che sta allevando.
  • Fauna

    Rondine delle rocce

    La rondine delle rocce indossa un piumaggio dalle tonalità beige poco contrastate. È capace di eseguire delle prodezze in volo, qualità indispensabile per catturare la grande quantità di insetti di cui si nutre. In primavera, appena ha identificato una barra rocciosa sicura, la rondine delle rocce trasporta senza tregua, col becco, fango e fili di vegetali. Con quest’unico attrezzo, fissa saldamente ogni elemento dell’edificio alla roccia grazie ad un sapiente miscuglio di saliva e di acqua.
  • Fauna

    Camoscio

    Animale emblematico delle Alpi, il camoscio o « capra delle rocce » indossa delle piccole corna nere e uncinate. Alla stregua dello stambecco, è più facile da osservare col binocolo. Le capre ed i giovani maschi di un anno (« éterlous ») formano volentieri dei grandi gruppi ; al contrario, i maschi rimangono piuttosto isolati e raggiungono le femmine solo alla stagione degli amori. In inverno, i camosci hanno bisogno di molta quiete, perché dovranno sopravvivere risparmiando le loro riserve di grasso.

Descrizione

Dal parcheggio dei Gourniers, attraversare la frazione e seguire il sentiero fino alla « Chapelle-Saint-Marcellin ». Il sentiero s’incammina poi sul pendio fino a una passerella « Pont la Claie) poi risale alla capanna di « Pré d’Antoni ». Proseguire fino a un torrente (passerella). Risalire un pendio erboso per accedere ad un ripiano ed alla fonte di Chargès. Dalla fonte, seguire le draglie (sentieri creati dal passaggio dei greggi) e varcare un piccolo ruscello proveniente da una cascata. Il cammio serpeggia fino al colle, segnalato da rombi rosssi e da mucchi di pietre.

  • Comune attraversato : Réallon

Profilo altimetro


Raccomandazioni

Tra « la Chapelle-Saint-Marcellin » e « le pont-la-Claie », delle cadute di sassi sono possibili, in particolare quando piove molto. L’itinerario viene allora sconsigliato. La fine del sentiero, che attraversa l’alpeggio, non è sempre molto visibile. Seguire i mucchi di sassi. Stare attenti di fronte ai nevati persistanti sulla parte inferiore del colle.

Nel cuore del parco
Il Parco Nazionale è un territorio naturale, aperto a tutti, ma soggetto ad un regolamento che è utile conoscere per preparare il vostro soggiorno.


Luoghi di informazione

Centro informazioni dei Gourniers (apertura estiva)

Les Gourniers, 05160 Réallon

http://www.ecrins-parcnational.fr/embrunais@ecrins-parcnational.fr04 92 44 30 36

Casa del Parco dell’Embrunais

Place de l’Église, 05380 Châteauroux-les-Alpes

http://www.ecrins-parcnational.fr/embrunais@ecrins-parcnational.fr04 92 43 23 31
Informazioni, documentazione, mostre, proiezioni, prodotti e strutture del Parco. Accessibile alle persone con mobilità ridotta. Ingresso libero. Tutte le animazioni del Parco sono gratuite salvo indicazione contraria.
Saperne di più

Accesso stradale e parcheggi

Da « Savines-le-Lac », subito dopo il ponte, prendere la strada di Réallon. Seguire le indicazioni del cartello « Parc national des Ecrins », fino alla frazione dei Gourniers, al fondo della valle.


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Autore

Parc national des Ecrinshttps://www.ecrins-parcnational.fr

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